Dalla ricerca di graffiti - i tags sui muri del suo vissuto, all’hashtag su Instagram, al geotag che riconduce alle coordinate del muro, per giungere al muro, altrove. Il cerchio si chiude, nel quadrato di una foto di Instagram.

Un passaggio di azione, di percezione e di presenza che, conosciutissimo e oramai consueto nella nuova comunità di fruitori di fotografia (coloro cioè che usano la fotografia, ma non frequentano le fotografia), ha una freschezza inusitata in alcuni ambiti artistici; d’altro canto, “personal collective” porta un forte contributo di consapevolezza e progettualità in direzione di un mondo - quello degli utenti della fotografia - che e’ distratto e superficiale. Un rapporto simbionte-simbionte molto interessante.

Maggiormente apprezzato:  l’idea, la rappresentazione simbolica di un percorso contemporaneo